In queste settimane di isolamento e di lenta ripresa, come collettivo di curatrici ci siamo ripetutamente interrogate su ciò che stava accadendo, sull’opportunità di produrre contenuti, sulle dilaganti inclinazioni digitali e sulle prospettive per il futuro. Ci siamo ritrovate nella distanza, una dimensione a cui siamo abituate poiché viviamo in città diverse, ma che in questo momento ha trovato un senso più profondo e consapevole. Abbiamo riflettuto sulla pratica del collettivo e, secondo il nostro abituale modo di procedere, abbiamo ricercato uno scambio con una figura esterna, aprendo questa riflessione all’artista Barbara Baroncini.
Il nostro contributo nasce dal desiderio di mettere in circolo alcune considerazioni, affrontando il tema della cura a partire da due termini apparentemente lontani da questo concetto: il nascondimento e la distanza.
Barbara Baroncini: Come posso curare se sono nascosto e l'altro non mi vede?
Pierre Dupont: Partiamo da noi: il nome del collettivo è un nome proprio di persona, a ricordarne l’essenza umana e dunque relazionale. Pierre Dupont è il corrispettivo francese di Mario Rossi, può essere chiunque desideri farne parte e sottende, al contempo, una condizione di nascondimento all’interno della collettività.
Il concetto di esistenza è per noi separato, o da separare, da quello di visibilità. Praticare la cura è come esercitare la propria presenza con discrezione: ritrarsi può essere un atteggiamento non tanto di inattività, assenza o disinteresse, quanto un modo per lasciar essere l’altro.
Il nostro lavoro si situa in questa dimensione di “presente invisibilità”, intendendo la cura come una pratica di ascolto, attenta ad accogliere tutti gli elementi – artisti, luoghi e pubblici – costitutivi di un progetto. Pierre Dupont, identità adattabile e inclusiva, è una prima persona ma plurale.
La cura è per noi una forma di co-esistenza, di “esistere con”, calata in un’attitudine di valorizzazione e riconoscimento reciproco: esercitare il nascondimento per sostenere l’idea di un’esistenza collettiva.
Pierre Dupont: La distanza può essere una condizione favorevole alla cura?
Barbara Baroncini: 18 metri corrispondono alla giusta distanza che consente agli ulivi millenari di vivere in una condizione sana e virtuosa. Per capire la quantità di spazio necessaria all'ulivo si può usare un semplice metodo visivo, ovvero proiettare a terra l'altezza massima che può raggiungere: maggiore sarà il raggio e migliore sarà lo sviluppo e la salute dell'albero.
Con il lavoro 18 metri (2018) ho raccolto, su una lunga striscia d'argilla, il terreno che incontravo nei 18 metri che separavano due ulivi millenari del Parco Regionale delle Dune Costiere di Ostuni. La distanza è stata coperta con un’azione performativa, un gesto che è diventato la misurazione di una porzione di spazio solitamente considerato marginale e che ho voluto interpretare come una realtà da proteggere e conservare. Nel procedere, la materia si è aggiunta fino a formare una vera e propria scultura. Il risultato finale è l'esemplificazione visiva di una traccia ancora fertile di un territorio complesso, che soffre dei mutamenti irreversibili causati dalla relazione troppo ravvicinata dell'uomo con la Terra.
Penso che in qualsiasi rapporto tra uomo e natura o tra uomini, si parli di cura quando c'è una manifestazione d'interesse verso un'altra esistenza. Ritengo che qualsiasi gesto debba essere sempre compiuto nella prospettiva della lunghezza, con l'idea di prendere in considerazione tutto ciò che sta nel mezzo per attribuirgli una nuova dignità, un inedito significato e un valore. La cura trova terreno fertile quando preserva ciò che già esiste e accompagna la nascita di qualcosa che ancora deve essere realizzato.
Alla base di questo antico sapere contadino, radicato nel rispetto della distanza, il numero non è espressione di quantità ma manifestazione di una ricerca di vita e di benessere collettivo.
Numero di piante di ulivo collocabili in un ettaro di terreno
Distanza mt. 4 x 4 = n. piante 625
Distanza mt. 4 x 5 = n. piante 500
Distanza mt. 5 x 5 = n. piante 400
Distanza mt. 5 x 6 = n. piante 333
Distanza mt. 6 x 6 = n. piante 278
Distanza mt. 6 x 7 = n. piante 238
Distanza mt. 7 x 7 = n. piante 204
Distanza mt. 7 x 8 = n. piante 178
Distanza mt. 8 x 8 = n. piante 156
Distanza mt. 18 x 18 = n. piante 25
Barbara Baroncini (1989), artista. Vive e lavora a Bologna.
www.barbarabaroncini.com